
Non sarà facile per il Messico del dopo terremoto. Poche ore prima che la terra tremasse nel centro del Paese, il presidente Peña Nieto era volato nell’Oacaxa per annunciare un primo consistente pacchetto di aiuti per la prima fase di assistenza e per la ricostruzione di ciò che il sisma aveva distrutto. Si tratta di 150 milioni di dollari. Ma adesso, di fronte allo sfacelo di Città del Messico, alle devastazioni di Puebla e di Morelos, la cifra si perde come una goccia in un oceano di urgenze.
Si parla di 100 miliardi di dollari per restituire un minimo di normalità ad un Paese che è stato colpito per ben due volte, in dodici giorni, e in maniera quasi beffarda: il terremoto di martedì scorso è avvenuto pochi minuti dopo che era stata organizzata una prova generale di fuga e evacuazione in caso di sisma. Era un modo di ricordare l’inferno di 32 anni fa, quando una scossa lunga e violenta fece letteralmente collassare la capitale.
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