L’ANIA è intervenuta in audizione sui danni causati dalle calamità naturali e la loro copertura alla Camera.
Luigi Di Falco, responsabile Vita e Welfare di ANIA ha riportato i dati forniti dall’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica (IRPI) 13 del CNR, che evidenziano che, nel periodo 1966‐2015, nessuna regione italiana è stata risparmiata dai danni provocati da frane e alluvioni. Più della metà dei comuni italiani è interessato da un rischio elevato di frane o alluvioni e alcune regioni hanno la quasi totalità dei comuni interessati da aree a pericolosità elevata o molto elevata.
Dal 1944 al 2013 lo Stato italiano ha stanziato circa 250 miliardi di euro, di cui circa 190 miliardi per gli eventi sismici, spendendo in media oltre 3 miliardi di euro all’anno per la ricostruzione a seguito di eventi catastrofali.
Negli ultimi anni si sono susseguite alcune proposte di legge finalizzate a creare, anche sulla scorta di esperienze internazionali, un sistema basato su una organica e predefinita collaborazione fra pubblico e privato, che ripartisca chiaramente fra Stato e assicuratori la responsabilità di risarcimento in caso di catastrofe, in modo da ridurre gli oneri a carico delle finanze pubbliche e assicurare un pronto risarcimento dei danni.
La soluzione potrebbe essere mutuata dalle esperienze di Paesi vicini (Francia e Spagna, ad esempio), e consiste nel creare un sistema misto, pubblico e privato, che garantisca tempi ragionevoli di risarcimento, trasparenza e incentivi alla prevenzione. Le modalità di attuazione possono essere diverse.
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